Il Consumatore Sostenibile: “tra il dire e il fare”
Si parla tanto, troppo, a volte in modo “strumentale” di sostenibilità e la domanda che dovremmo porci è la seguente: “cosa stiamo realmente facendo per essere sostenibili“? 😬
Siamo reduci da una pandemia (che non è ancora finita), 280 focolai di aviaria in Italia nel 2021 (di cui i media non parlano e che rappresentano un rischio enorme di cui l’opinione pubblica non è al corrente), crisi climatica (che stiamo fittiziamente combattendo con azioni di carattere meramente politico), crisi energetica (di cui non abbiamo visto ancora nulla).
A chi vogliamo addebitare il conto per tutto ciò?
Sarebbe facile puntare il dito alle multinazionali, alla politica nazionale, all’Europa, alle lobby (sebbene non ci siano dubbi sulla loro responsabilità), ma la verità è che ognuno di noi è individualmente complice di questa situazione:
- Il modo in cui mangiamo
- Il modo in cui vestiamo
- Il modo in cui ci spostiamo
- Il modo in cui spendiamo o investiamo i nostri soldi
IL NOSTRO MODO DI VIVERE NON E’ SOSTENIBILE 👎
PROFITTO, PERSONE, PIANETA
Non è più possibile per una azienda, non importa il settore o la dimensione, b2b, b2c, fisico, digitale… continuare a prendere senza restituire qualcosa. Profittabilità e sostenibilità possono e debbono coesistere.
Le aziende che avranno la capacità (e la volontà) di lavorare in modo etico, responsabile e sostenibile, nel rispetto dell’uomo, degli animali e del pianeta 💚 potranno consolidare un importante vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti e creare i presupposti di un mondo migliore.
Un case history di tutto pedigree è Beyond Meat – la più grande IPO della storia americana 🚀 l’hamburger a base vegetale più venduto negli Stati Uniti, un prodotto plant-based 🌱 ubicato nel reparto delle carni e indiscusso “new leader” di mercato. Aspetto interessante (e bizzarro) è che i clienti di Beyond Meat sono onnivori (e non vegetariani-vegani) che sono alla ricerca di un prodotto più sano e sostenibile e che sono disposti a pagare il doppio (o addirittura il triplo) per averlo. Non ci deve nemmeno stupire dunque che lo stakeholder n.1 di Beyond Meat sia Tyson Food (secondo produttore di carne al mondo) che prima dei suoi concorrenti ha compreso il potenziale, in termini di conto economico, di far convergere profittabilità e sostenibilità.
Torniamo nel Belpaese e guardiamo al fenomeno del biologico 🌿 in Italia che ha raggiunto quota 4,6 miliardi nel 2021. La crescita del bio deriva essenzialmente dalla fiducia di 9 famiglie su 10 (che cercano salute ma anche sostenibilità ambientale e sociale) e ciò ha condotto l’Italia a diventare il secondo esportatore al mondo (dietro solo agli Usa). Interessante come sia il canale e-commerce a crescere di più (+67%) prima di Iper, Super e Discount, grazie ad un dialogo diretto e personalizzato tra produttore e consumatore, dimostrando come informazione ed educazione sui benefici di prodotti e servizi possa influenzare la decisione di acquisto del pubblico e relegare il prezzo (che non è sicuramente il punto più forte dei prodotti biologici) a variabile secondaria.
IL CLIENTE SOSTENIBILE
Le aziende multinazionali stanno investendo importanti risorse per comprendere in via predittiva il profilo del cliente del futuro, della buyer persona ideale 🤑 ma la verità è che il cliente sostenibile è già qui, oggi, in “carne ed ossa”.
Andiamo ad analizzarne i tratti somatici per capire chi sono queste Persone:
- Clienti più informati (grazie a web, social e giornalismo investigativo) che hanno scoperto cose che noi umani, solo pochi anni addietro, “non potevamo nemmeno immaginare” ed hanno di conseguenza modificato il proprio stile di vita e comportamento di acquisto;
- Clienti più sensibili al tema della salute (e che comprendono la relazione causa-effetto tra la propria alimentazione e le malattie “occidentali” che possono prematuramente condurre a invalidità, sino alla morte nei casi più gravi);
- Clienti più sensibili verso gli animali (in un paese come l’Italia dove ci sono più famiglie con un cane o gatto, che famiglie con un figlio sotto i 14 anni, la differenza “convenzionale” tra animali domestici e animali da allevamento si fa sempre più sottile a livello emozionale);
- Clienti più sensibili verso l’ambiente (che ora comprendono come agricoltura e allevamento intensivo, siano la causa principale del cambiamento climatico);
- Clienti più sensibili verso i loro simili umani (che ora iniziano a comprendere come i sistemi economici che stanno alla base delle filiere alimentari rappresentino le vere cause della disparità economico-sociale, della fame nel mondo e iniziano ad intuire le possibili soluzioni che avremmo a disposizione se solo volessimo davvero cambiare qualcosa);
- Clienti più sensibili verso l’economia (che stanno finalmente vedendo “i grandi risultati” e il devastante impatto ambientale, economico e sociale del business sussidiato con tasche dei contribuenti).
LA FATTORIA DEGLI ORRORI
I consumatori stanno aprendo gli occhi, stanno finalmente prendendo consapevolezza, hanno nuove esigenze e richieste, eppure il nostro pianeta è (ancora) una “grande fattoria degli orrori”.
Dal basso si spinge verso il cambiamento, ma dall’altro si cerca di contenerlo (o addirittura ignorarlo).
I numeri parlano chiaro:
- Ogni anno macelliamo 170 miliardi di animali da terra! 5400 al secondo 🐷 🐮 🐣 per rendere l’idea è’ come se 26 Boeing 787 si fossero schiantati, ogni secondo, da quando leggi questo articolo;
- Più di metà della terra coltivabile è destinata a crescere foraggio per gli animali;
- Un terzo dell’acqua potabile è destinata agli animali;
- Il 70% degli antibiotici è utilizzato per gli animali, per evitare che si ammalino (e muoiano prematuramente) nelle condizioni inumane in cui sono allevati;
- Il 60% di tutti i mammiferi viventi sono allevati a scopi alimentari;
- Il 99% degli animali consumati (in America) arriva dagli allevamenti intensivi;
- L’allevamento è responsabile del 91% della deforestazione Amazzonica;
- La dimensione delle fattorie è aumentato mentre il numero di fattorie è diminuito.
🍖 A cosa serve allora parlare di sostenibilità, di cambiamento climatico se la nostra alimentazione si basa prevalentemente sul consumo di proteine animali?
🥵 A cosa serve compensare la C02 se al contempo si produce metano e protossido di azoto? (per chi non lo sapesse il metano ha un GWT – ovvero un coefficiente di surriscaldamento – di 86 volte superiore alla C02 ed il protossido di azoto di ben 320 superiore).
🌳 A cosa serve piantare alberi se il tasso di deforestazione (per creare nuovi spazi per nutrire gli animali) è superiore al tasso di riforestazione?
🤢 A cosa serve parlare di energie rinnovabili quando la finanza investe in risorse fossili?
🤒 A cosa serve parlare di sostenibilità ambientale se non tuteliamo il diritto alla vita e alla salute delle persone?
FENOMENI VIRTUOSI O BALLE SPAZIALI?
Nel contesto attuale dove il confine tra verità e menzogna è molto labile, per una azienda è importante capire quale direzione prendere.
Ecco allora che alcuni trend devono essere osservati come fenomeni emergenti e non come “bolle” o “mode” di stagione.
PRODOTTI VEGAN FRIENDLY
I prodotti a base vegetale che NON contengono animali e derivati sono in crescita esponenziale, dal food, al beverage, agli indumenti, ai cosmetici, sino ai sexy toys :)
Il 5,2% della popolazione mondiale ha già fatto la scelta etica, responsabile e sostenibile di “togliere gli animali dal piatto”, nella convinzione che mangiare carne NON sia più normale, naturale e tanto meno necessario.
Dato ancor più interessante è che (anche) gli onnivori stanno gradualmente riducendo il consumo di proteine animali e sono alla ricerca di prodotti alternativi a base vegetale.
Per voler aprire e chiudere un tema sensibile in pochi secondi potremmo dire che l’arma attraverso la quale ognuno di noi potrebbe combattere il cambiamento climatico si chiama forchetta e la potremmo usare almeno 3 volte al giorno 🍴
PRODOTTI CARBON NEUTRAL
Iniziamo finalmente a trovare i primi prodotti certificati carbon neutral che rappresentano ancora una timida minoranza dell’offering complessivo. Il nodo delicato è comprendere come la carbon neutrality viene realmente conseguita.
Perché un conto è continuare a fare le stesse cose e poi acquistare crediti di carbonio per compensare il proprio debito 👺 oppure lavorare seriamente per ridurre (sino ad eliminare) le proprie emissioni ,anziché optare direttamente per la “scorciatoia” della compensazione.
Ora la domanda è tanto naturale quanto retorica: come può un produttore intensivo di animali essere sostenibile, come può realmente evitare le emissioni di metano e protossido di azoto, ovvero le emissioni altamente inquinanti che derivano dagli animali stessi? Semplicemente NON può! L’unica azione possibile è compensare le emissioni pagando i corrispettivi crediti di carbonio. Un produttore di carne non potrà mai essere sostenibile. Anzi, al crescere del business, sarà sempre più “insostenibile” con impatti ambientali, economici e sociali devastanti.
La compensazione (così detto carbon offsetting) non risolverà l’emergenza climatica in atto, ma migliorerà indubbiamente l’immagine dell’azienda, la sua reputazione, la comunicazione e il marketing, in altre parole nulla di buono al di fuori del business.
PRODOTTI PLASTIC FREE
Non servono “studi alti” per comprendere come la plastica abbia un impatto inquinante e devastante.
I negozi Plastic Free di New York, Hong Kong, Germania, stentano ad emergere in Italia, sono ancora pochi, di piccola dimensione e legati alla visione di persone con la “P” che si battono per la realizzazione di un mondo migliore.
Sfortunatamente il Retail è ancora in netto ritardo su questo fronte! I supermercati esplodono di plastica e polistirolo; basta guardare la nostra raccolta differenziata 😱 al volume del sacco della plastica rispetto ad umido, carta, lattine e indifferenziato, per capire quanto siamo ancora lontani!
Cosa aspettarci dunque dai consumatori sostenibili nell’immediato futuro?
✔️ Acquisteranno sempre più prodotti certificati bio e vegan e possibilmente a corto raggio;
✔️ Leggeranno i report di sostenibilità delle aziende che offrono prodotti carbon neutral (per comprendere come la neutralità carbonica sia stata raggiunta);
✔️ Rifiuteranno l’acquisto di prodotti contenuti in packaging inquinanti (come la plastica), attribuendo al contenitore lo stesso valore del contenuto.
PROSSIMA FERMATA: GIVING ECONOMY
I grandi cambiamenti passano da piccoli gesti quotidiani. Oggi vorrei raccontarti un caso di successo degno di nota.
Goodify è una Società Benefit che trasforma una quota parte degli acquisti di tutti i giorni in donazioni benefiche a favore del mondo non profit 💙
Prova ad immaginare se i tuoi acquisti quotidiani in un supermercato, in un negozio di prossimità oppure online potessero generare risorse benefiche a supporto di quelle associazioni che si battono per obiettivi nobili a favore di persone, animali e ambiente.
Prova ora immaginare di essere tu a scegliere l’organizzazione non profit destinataria e di poter tracciare (come per la spedizione di un pacco) tutte le fasi che porteranno al buon fine della donazione stessa.
Una delle prime aziende del settore che ha creduto in Goodify è stata MD Supermercati che dal 1 settembre 2021 al 1 settembre 2022 ha generato 130.278 Euro di donazione, coinvolgendo più di 30.000 clienti in questo processo benefico che ha portato risorse a migliaia di non profit italiane.
Certo, questo è solo un “piccolo grande” risultato, ma prova ad immaginare la portata di un effetto moltiplicatore che coinvolga tutte le aziende di produzione e distribuzione che conosci e da cui acquisti quotidianamente prodotti e servizi.
I risultati sarebbero incredibili e potrebbero fare la differenza, generando un impatto significativo a livello sociale, economico e ambientale. Benvenut* nella Giving Economy!
Ma attenzione! Goodify NON è un modello virtuoso che si adatta unicamente alle grandi aziende.
Anche una piccola azienda può contribuire alla Giving Economy, ovvero alla così detta “economia del dare“.
E’ il caso di InVinoVegan 🍷 il primo sito di e-commerce dedicato ai vini Italiani, Biologici e Vegani che attraverso Goodify trasforma il 4% degli acquisti in donazioni benefiche, realizzando un mondo migliore “un calice alla volta“. A proposito: un brindisi alla tua salute 🥂
PERCHE’ Il CLIMA SIAMO NOI, IL FUTURO SIAMO NOI, LA SOSTENIBILITA’ DIPENDE DA NOI E SOLO DA NOI
E ora ti lascio – se non l’hai già visto – al video del mio recente intervento al Forum Retail 2022. Un ringraziamento speciale a IKN per avermi dato l’opportunità di intervenire come relatore a questo importante evento e condividere pensieri (e paure) in relazione ad un tema così importante per il nostro futuro.